Automazione nel Mastering: volume e oltre.
Italian (Italiano) translation by Andrea Peruzzotti (you can also view the original English article)
In questo tutorial ti mostrerò come migliorare i mix già completi, attraverso l'applicazione di varie tecniche di automazione nella fase di masterizzazione.
Analizzerò i potenziali pro e contro delle tecniche e perché è meglio utilizzarne alcune piuttosto di altre.
L'automazione si può descrivere come il movimento di un parametro, ad esempio, un fader che si muove durante un evento audio. Questi movimenti possono essere programmati o eseguiti in tempo reale. La workstation ha la capacità di richiamare questi movimenti durante la riproduzione.
Automazioni di Volume
Le variazioni di volume in un mix già completo possono aggiungere energia ed movimento ad una traccia. Questi cambiamenti possono essere graduali o improvvisi. Un cambiamento improvviso può aiutare a far risaltare un ritornello mentre uno graduale può intensificare un crescendo.
Prima di approfondire le automazioni di volume è importante capire come misurarlo. Qui sotto ci sono due sistemi di misura: picco e RMS.
- Volume di picco: il valore che esprime la distanza del misurato in riferimento al valore massimo (0.0 dB)
- RMS: il volume medio in una porzione di tempo
Il cervello di norma usa il valore RMS, o root mean square, per giudicare quanto forte viene percepita la musica. Il volume medio può essere controllato da un parametro che si trova spesso nei limiter chiamato threshold/gain.
L'incremento del valore RMS farà suonare tutto più forte ma diminuirà il range dinamico.
Prova a far risaltare i ritornelli di un brano musicale alzando leggermente l'RMS di queste sezioni rispetto alle strofe. Sii discreto in modo da non perdere troppo della dinamica citata nel paragrafo precedente. Solitamente non vario l'automazione della threshold più di 1/1.5 dB.
Le sezioni di Bridge al contrario, spesso funzionano riducendo la threshold al massimo dell'estensione in modo da evitare qualsiasi riduzione dei picchi. Il risultato di questa operazione è che il ritornello darà l'impressione di essere ancora più imponente.
Automazione del volume di picco
Le automazioni sul volume di picco vengono spesso usate per le dissolvenze. Puoi automatizzare il volume di picco con un fader.
Per le dissolvenze, il limiter deve essere impostato pre-fader. Se devi creare una dissolvenza devi controllare direttamente il limiter, e non quanto il fader agisce sul limiter.
Per esempio, se il limiter fosse post-fader, e abbassassi il volume con il fader, l'ammontare del volume che entra nel limiter diminuirebbe.
Il limiter arriverebbe al punto in cui non attenua nulla, poiché non avrebbe nessun picco da ridurre. Questo risulterebbe in uno scarto dinamico meno costante durante la dissolvenza in uscita.
Automazione dell'ampiezza dell'immagine stereo
Automatizzare l'ampiezza stereo in un brano può rendere una sezione più epica all'ascolto. Se però, l'immagine stereo viene ampliata troppo durante la masterizzazione potrebbe potrebbero sorgere problemi di fase, con il risultato di un suono più povero.
Prova a fare automazioni sull'immagine stereo attenuando i lati nella strofa (immagine 1) e aumentandoli nel ritornello (immagine 2). Questo aumenterà il senso di ampiezza con un rischio ridotto di incorrere in problemi di fase.
Come regola generale non incremento i lati più di 0.5 dB. Un altro consiglio è di usare uno strumento che ti permetta di controllare l'ampiezza stereo in modo più preciso dividendo lo spettro delle frequenze in bande. Questo aiuterà a mantenere stabile il master.






Automazione di un compressore
Non è improbabile automatizzare un compressore durante la masterizzazione, in particolare il suo tempo di attacco, creando una varietà e un movimento nel processo.
Spesso rallentare l'attacco in un ritornello riesce a portare la sezione in primo piano, con il risultato di un master più tridimensionale.
Automazione nella correzione dei rumori
La correzione è il processo di rimozione di artefatti come sibili, scricchioli e ronzii dall'audio. Spesso è meglio rimuovere gli artefatti prima della masterizzazione, in modo da creare una base migliore su cui lavorare.
Il rumore è il risultato di un basso rapporto segnale-rumore che è più evidente durante le parti meno intense, per esempio all'inizio e alla fine dell'audio.
Il problema degli strumenti di correzione è che non sono abbastanza intelligenti da focalizzarsi solo sul rumore e spesso rimuovono frequenze fondamentali nei punti più pieni della musica.
Tenendo questo a mente, fare automazioni su un plug-in di correzione in modo da attivarli solo sulle sezioni in cui puoi sentire il rumore, può essere una scelta migliore per mantenere la qualità dell'audio processato.
Automazione di un De-Esser
Uno dei ruoli fondamentali del de-esser è di ridurre il sibilo della voce, in sillabe o parole che contengono suoni di S e T, che solitamente fanno parte del range medio-alto. Un de-esser comunque, non può riconoscere la differenza tra una S o un T sibilante e il suono di un high-hat per esempio.
Anche in questo caso, attivare il plug-in solo quando si verifica il sibilo aiuterà a mantenere la qualità dell'audio.
Automazione del riverbero
L'utilizzo del riverbero nella masterizzazione è spesso applicato in modo correttivo piuttosto che creativo.
L'occasione si presenta quando un tecnico di masterizzazione riceve una traccia con la coda che è stata tagliata troppo corta. Questo è il caso in cui un riverbero con automazione può aiutare.
Automatizzare il riverbero da dry a wet a tempo con la dissolvenza, può ammorbidirla o prolungarla, restituendo un master più professionale.
Conclusione
In questo tutorial ho parlato dell'automazione di loudness, ampiezza e profondità per poter creare una masterizzazione più emozionante, epica e tridimensionale.
Ho anche parlato dell'automazione correttiva mantenendo intatta la qualità dell'audio.
Alcune o tutte le tecniche trattate possono essere applicate ad una singola masterizzazione.